Uno dei migliori album Blue Note della lunga serie siglata negli anni dal formidabile trombettista, inciso nel 1964 poco dopo che Hubbard aveva lasciato i Jazz Messengers di Art Blakey. Proiettato in un futuro in cui il jazz modale (con qualche venatura free) è di scena, il quintetto era completato da James Spaulding (sax contralto e flauto), Ronnie Mathews (piano), Eddie Kahn (contrabbasso) e Joe Chambers (batteria). Hubbard segnò così il suo ingresso fra i veri protagonisti.